Carlo Scarpa figura poliedrica nel panorama dell'architettura e del design del Novecento.
Il maestro nel 1976, durante una lezione in cui trattò l'analisi del suo progetto per la
Gipsoteca Canoviana di Possagno, pronunciò la celebre frase “Volevo ritagliare l'azzurro del cielo”.
Pensava che solo la luce naturale del sole potesse valorizzare al meglio il gruppo scultoreo del
Canova. Per questo decise di realizzare grandi vetrate angolari, col telaio ridotto al minimo,
per permettere al cielo e il paesaggio delle colline circostanti di entrare nell'ambiente.
Carlo Scarpa sottolinea l'importanza che ogni progetto architettonico si fondi sulla capacità
di percepire l'essenza del luogo e di comprenderne le regole spaziali per essere in grado di
interpretarlo.
Ala Scarpa - Museo Gypsotheca Antonio Canova - Possagno (TV) ph credits Otium/Favotto
Mi piace vederli così vicini, un dialogo che continua nel tempo, riflessioni illuminanti fra i "Poliedri" di Carlo per Venini e le "Foglio" di Tobia Scarpa per Flos.
Ora che il progetto sta per prendere il via, qualcuno mi fa notare che "Si fa presto a dire azzurro..."